Prende il via a dicembre ABANO TEATRO 2024/25 la stagione teatrale. Al Teatro Marconi fino ad aprile 2025 andranno in scena nove spettacoli che porteranno in città differenti proposte che spaziano tra i diversi generi.
Apertura di sipario il 10 dicembre con GIANFRANCO IANNUZZO e BARBARA DE ROSSI principali interpreti della divertente pièce di Caroline Francke intitolata IL PADRE DELLA SPOSA, regia di Gianluca Guidi. Lo spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti. Giovanni è un imprenditore, padre di una giovane figlia che sta per convolare a nozze con Ludo, rampollo di una ricca famiglia. Giovanni non riesce ad accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto.
Giovedì 19 dicembre in scena CORRADO D’ELIA, che firma anche il progetto e la regia, in IO, VINCENT VAN GOGH. Gli album di d’Elia sono eventi scenici quasi intimi, privati, come potrebbe esserlo un album di vecchie fotografie da mostrare con pudore. Sono racconti di passioni, percorsi poetici che ogni volta coinvolgono ed emozionano, sospendendo il tempo, in uno stato di totale condivisione con il pubblico. L’artista nell’ideare questo spettacolo si è chiesto: Come poter vivere Van Gogh in modo nuovo, pieno e totale? Come restituire al pubblico qualcosa di diverso da quello cui è abituato? Com’è possibile dunque sorprenderci ancora? Così partendo da queste premesse ha creato delle ballate poetiche che accompagnano lo spettatore in un percorso emotivo forte e originale.
Dopo la pausa natalizia la rassegna riprende il 14 gennaio con un appuntamento musicale: LA CANZONE ITALIANA con l’ORCHESTRA REGIONALE FILARMONIA VENETA. La serata presenta un ricco programma di rivisitazioni dei migliori successi della canzone italiana dai più classici ai più recenti, arrangiati per orchestra sinfonica. L’interpretazione è affidata a Laura Ivan, cantante italiana caratterizzata da una forte personalità vocale che le permette di muoversi con disinvoltura in mondi musicali diversi. Gli arrangiamenti e la direzione del concerto sono del M° Bertolo, che vanta un pregevole percorso di studi – che spazia dal classico al jazz –, che padroneggia strumenti come il clarinetto e il pianoforte.
Giovedì 23 gennaio in palcoscenico PAOLA MINACCIONI in ELENA, LA MATTA drammaturgia di Elisabetta Fiorito e regia di Giancarlo Nicoletti, liberamente ispirato al libro di Gaetano Petraglia “La matta di piazza Giudìa“, musicisti Valerio Guaraldi e Claudio Giusti. Il 16 ottobre 1943 le SS Naziste rastrellano il ghetto di Roma, deportando ad Auschwitz oltre 1000 ebrei. Fra questi c’è Elena Di Porto, che fino alla sera prima ha provato ad avvertire gli abitanti del ghetto del pericolo imminente. Nessuno, però, le ha dato retta, perché Elena è la “pazza” del quartiere ebraico, per l’appunto detta “la matta di Piazza Giudìa”. Paola Minaccioni dà corpo e voce a questa antieroina del Novecento, la cui storia vera merita di non essere dimenticata. Lo spettacolo è un emozionante viaggio nell’Italia della seconda guerra mondiale, delle leggi razziali, della paura ma anche della speranza e della solidarietà.
Il 6 febbraio è la volta di LELLA COSTA interprete di OTELLO Di precise parole si vive drammaturgia di Lella Costa e Gabriele Vacis, scenofonia di Roberto Tarasco. Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare, che continua a parlarci, a stupirci, a incantarci. Quando incontri una di queste storie perfette – scrive Lella Costa – ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose. È quello che è successo a Gabriele Vacis e a me. È quello che ci ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità richiedevano un aggiornamento. Con questo spettacolo i due artisti entrano nelle pieghe della nota vicenda shakespeariana per parlare di diseguaglianza, femminicidio, patriarcato, maschilismo.
FRANCESCO PANNOFINO è il principale protagonista – venerdì 14 febbraio – di CHI È IO? scritto e diretto da Angelo Longoni, in scena con lui Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino. La pièce è una commedia psicologica, psicosomatica, psichedelica, psicotropa che agisce su spettatori e personaggi in modo realistico e visionario. Tre i piani narrativi: quello della realtà, quello metafisico e quello della finzione di uno show televisivo. Un’indagine sulla psiche e sull’anima con personaggi che rappresentano l’al di là, l’al di qua… o quasi. Il grande intellettuale e psicoanalista Leo Mayer si pone delle domande esistenziali in un tumulto di paure e passioni, mentre rivive il sogno della sua vita in un vortice di annegamento. Tutti abitiamo contemporaneamente la realtà, la fantasia e l’inconscio e tutti ci facciamo la stessa domanda: cosa conta davvero nella vita? Cosa siamo e cosa vogliamo? Quello che vogliono tutti: amore e perdono.
Mercoledì 26 febbraio è la volta di MASSIMO DAPPORTO con FABIO TROIANO in PIRANDELLO PULP di Edoardo Erba, regia di Gioele Dix. Siamo in prova, sul palco dove deve andare in scena Il Gioco delle Parti di Pirandello. Per il montaggio delle luci si presenta Carmine, che non sa nulla dello spettacolo e soffre di vertigini. Il regista Maurizio cerca di guidarlo ma Carmine, pur di non salire sulla scala a piazzare le luci, discute ogni dettaglio della regia. Le sue idee però sono innovative e nasce così l’idea di una regia pulp: un Gioco delle parti ambientato in uno squallido parcheggio di periferia, dove si consumano scambi di coppie. Così i ruoli si invertono: Maurizio si occupa delle luci, mentre Carmine è diventato la mente pensante. Sembra un semplice gioco di ribaltamento dei ruoli, ma inquietanti verità faranno precipitare la commedia verso un finale inaspettato.
Si cambia registro con STIVALACCIO TEATRO che, giovedì 6 marzo, con “maschere e carabattole” mette in scena BUFFONI ALL’INFERNO soggetto originale e regia di Marco Zoppello. Da che mondo è mondo i comici sono tanto spaventati quanto attratti dall’inferno. Non c’è niente da fare, l’Averno è la destinazione finale per chi è pronto a tutto per strappare una risata. L’inferno e tutti i suoi sulfurei carcerieri sono alla base dalla tradizione popolare e dei racconti dei cantastorie. Esso infatti racchiude al suo interno l’alto e il basso, il tragico e il grottesco. In scena tre attori – Matteo Cremon, Michele Mori e Stefano Rota – o meglio buffoni, comici, reietti, gente disposta a tutto per portare il riso nel presentarvi Buffoni all’inferno, un decamerone buffo e tragico. Questo spettacolo è candidato al Premio Arteven Pierluca Donin.
La stagione si chiude il 3 aprile con un appuntamento tra musica e parole: OTTAVIA PICCOLO e I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo in MATTEOTTI (anatomia di un fascismo) di Stefano Massini. musiche di Enrico Fink e regia di Sandra Mangini. 10 giugno 1924: dei testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione in un’auto e di aver visto espellere quello che sarà identificato come il tesserino del deputato on. Giacomo Matteotti. Lo spettacolo ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che lui seppe comprendere, da subito, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. Giacomo Matteotti prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso. A cento anni di distanza sono il teatro, la musica e le parole a prendersi l’impegno di parlare.
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presso l’Ufficio IAT di Abano Terme secondo il seguente calendario:
RINNOVO dal 12 al 16 novembre 2024.
CAMBIO DI POSTO il 19 e 20 novembre
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Teatro Marconi di Abano Terme
Via Pio X (a fianco del Duomo di San Lorenzo)